PREGHIERA DEL CORRENTISTA
Note:
In Parma vi era una banca che si chiamava BANCO DI SAN GEMINIANO E SAN PROSPERO, prendendo i nomi da due comuni limitrofi alla città i quali, ovviamente, a loro volta li avevano presi dai rispettivi Santi.
Prendendo spunto dal nome è nata questa giocosa poesiola.
tu che tra i Santi sei forse il più stanco
rechi un fardello che molto ti pesa
è pieno di oboli (e non per la chiesa).
Tu, che dei poveri fosti un lor pari,
oggi ti trovo a contare i denari.
Trenta bastarono al Giuda dannato
per vendere Cristo e finire impiccato.
Ma sono altri tempi, lo so, lo capisco
ed oggi son pochi, se paghi anche il fisco.
Per quanto ci dai non sento lamenti;
sei giusto nei conti, anche quelli correnti.
Al volgo ignorante la mano tu tendi,
per fare il suo bene la apri… e poi prendi.
Conservi gli averi con nobile intento
e glieli rivendi ad un giusto percento.
La luce, il telefono, il mutuo e le rate
son piccole colpe che vanno pagate:
peccati veniali, che tu ci perdoni
tenendo invariate le tue commissioni.
Lo so tu sei Buono, lo so tu sei Santo
ma posso donarti soltanto il mio pianto.
Con magra pecunia, detratte le spese,
fatico a tirare la fine del mese.
Ma grande rimane la tua Cattedrale
là dove le porte si apron da sole;
là dove una voce soave e cortese
mi vuol far riporre le povere cose.
Così io mi chino; io mi genufletto
per porre le chiavi in un basso armadietto.
Ed entro tremante nel regno a Te caro:
là dove si adora il Divino Denaro.
Poi giungo al cospetto di un Santo Impiegato
da Te Benedetto e da me timorato.
A mia prece, mesto, risponde “Non posso
il conto suo è prossimo ad essere in rosso;
però gratuito le dono un consiglio:
ci porti le buste, sia moglie che figlio;
col ventipercento mensil trattenute
potremo pagarle le tasse scadute”.
O San Geminiano dal Prospero Banco
lo so che tra i Santi sei forse il più stanco
ma ad esser sincero mi son proprio rotto,
Ti voglio baciare: con la pitrentotto.
(Donato Mensi 06.02.2005)